IQNA

I Paesi musulmani sfidano Trump: Gerusalemme Est capitale della Palestina

11:05 - December 14, 2017
Notizie ID: 3482419
Iqna - Il presidente iraniano Rohani disponibile al dialogo con tutti (il riferimento è all'Arabia Saudita) nel supremo interesse dei palestinesi. La Ue prende le distanza da Trump


La questione di Gerusalemme, al di là degli auspici e delle aspettative del governo d'Israele, sta avendo l'effetto contrario rispetto a quel che forse pensava Donald Trump e coloro che lo consigliano. Perché la decisione su Gerusalemme del vertice di Istanbul (che ufficializza quel che sino ad oggi era il comune atteggiamento dei Paesi islamici) ha in un certo senso ricompattato un fronte islamico che era a dir poco spaccato, e non solo per le divisioni tra sunniti e sciiti. Oggi l'Iran, che da anni porta avanti una politica diplomatica solo raramente sotterranea per accreditarsi non solo come potenza regionale, ma anche come interlocutore attendibile a tutti i livelli, ha scelto la strada del colpo di teatro dicendosi disponibile a cancellare ogni incomprensione sul fronte musulmano appellandosi alla ''Unità islamica'' contro ''il pericolo del regime sionista''.

A dirlo, peraltro, è stato lo stesso presidente iraniano Rohani che, dallo scranno del summit straordinario dell'Organizzazione della cooperazione islamica, ha detto che "i problemi tra i Paesi islamici possano essere risolti attraverso il dialogo". Una dichiarazione che apparentemente chiama alla fratellanza, ma che è anche un tentativo affatto malcalibrato di dimostrarsi disponibile al dialogo, tendendo la mano a tutti, nel supremo interesse di una Gerusalemme capitale dei palestinesi.

Ed ora, quale potrebbe essere lo scenario prossimo futuro nei rapporti interislamici?
Le parole di Rohani sono certamente importanti, certamente ad effetto, ma ora bisogna che in esse si contemperino le istanze di tutti i convitati al tavolo della pace, anche di quelli che, sino a ieri, erano nemici.
La domanda è semplice, ma forse senza risposta: Iran ed Arabia Saudita, i due ''galletti'' del pollaio del Medio Oriente, sino a che punto sono disponibili a fare marcia indietro rispetto alle loro posizioni, solo per favorire i palestinesi? Qualche dubbio parrebbe esserci, se si pensa che solo a poche miglia di distanza, in un Paese poverissimo e disgraziato come lo Yemen, Teheran e Riad si stanno scontrando militarmente, seppure con un diverso livello di coinvolgimento.

Una situazione che, sul fronte americano, vede un ulteriore elemento di preoccupazione, al di là delle frasi del capitan Fracassa della Casa Bianca: l'Unione europea prenderà ufficialmente le distanza dalla decisione di Trump. D'altra parte lo aveva fatto appena qualche giorno fa Federica Mogherini direttamente al presidente iraeliano Benjamin Netanyahu. L'Europa è da sempre per una soluzione a due Stati e sarebbe sorprendente che oggi modificasse, anche solo marginalmente, una linea che trova concordi tutti gli Stati.

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